STORIA DELL'ALLEVAMENTO PIU' ANTICO D'EUROPA
Il cavallo è un dono di Dio agli uomini. [Proverbio arabo]
Dove si trova e come è nato l’allevamento equino più vecchio d’Europa?
Andiamo a scoprirlo insieme!
Lipizza o Lipica, in lingua locale, è un paesino della Slovenia situato a pochi chilometri dal confine italiano, conosciuto e frequentato per l'allevamento di cavalli di razza lipizzana, dal nome appunto del paesino.
La storia della Scuderia di Lipica è strettamente collegata alla storia degli Asburgo, che per 650 anni regnarono in gran parte dell’Europa durante l’età barocca. I cavalli a quel tempo rappresentavano una risorsa di importanza strategica, soprattutto, a scopo bellico. Il cavallo da guerra perfetto era considerato quello andaluso.
Gli Asburgo dedicarono sempre grande attenzione a questi animali, tanto che nel 1578, l’Arciduca Carlo di Stiria sceglie l’abbandonato castelliere di Lipica, di proprietà dei vescovi di Trieste, quale luogo per insediare le Scuderie, destinate all’allevamento dei cavalli per la corte imperiale.
La storia delle Scuderie di Lipica comincia dunque nel XVI secolo, precisamente, il 19 maggio 1580, quando Carlo, terzogenito dell’Imperatore Ferdinando I d’Austria, sigla il contratto di compravendita per l’acquisto della proprietà. Ad influenzare la scelta della zona di Lipizza contribuirono le notevoli similitudini tra il Carso e la Spagna, sotto il profilo ambientale e climatico, la buona qualità dei cavalli che popolavano il Carso e l’Aquileiese, oltre alla vicinanza a zone di grande tradizione allevatoriale per la produzione di ottimi cavalli. Successivamente vennero acquistati in Spagna 24 fattrici e 6 stalloni di razza e facendo accoppiare gli stalloni spagnoli con fattrici caucasiche e italiane si diede origine al cavallo lipizzano, oggi famoso in tutto il mondo.
L’allevamento divenne famoso perché la Scuola d’Equitazione di Vienna, fondata da Carlo VI nel 1729, attingeva, per i suoi meravigliosi spettacoli, esclusivamente da stalloni di questa razza. A Vienna, infatti, per soddisfare le esigenze cerimoniali di corte si diede il via alla costruzione della Scuola di Equitazione che, in pochi anni, diventò famosa in tutto il mondo. In occasione dell’inaugurazione solenne della cavalleria di corte di Vienna, sfilarono i primi 54 stalloni lipizzani.
Nel corso della sua storia l’Allevamento di Lipizza fu colpito da una serie di incidenti, devastazioni e passaggi di proprietà strettamente legati ai principali avvenimenti storici che coinvolsero il continente europeo nel periodo.
Negli anni compresi tra il 1797 e il 1815, la Scuderia di Lipiza fu colpito da una serie di incidenti e devastazioni. Innanzitutto, il 22 marzo 1797, la mandria, che al tempo contava più di trecento cavalli, si trova per la prima volta in fuga, a causa dell’attacco da parte dell'esercito di Napoleone, che avanzava sul Veneto verso la Carniola e la Stiria. La mandria venne quindi trasferita a Székesfehérvar in Ungheria e, solo dopo il Trattato di Campoformio del 17 ottobre dello stesso, fece il suo ritorno a Lipica. Poco dopo, nel 1802, l’Equile fu colpito da un terremoto che, oltre a distruggere alcuni edifici, causò anche la morte di alcuni animali di razza.
La firma del trattato di pace di Schönbrun, nel 1809, coincise con il passaggio della città di Trieste e della Carnia sotto il dominio della Francia, fatto che causò un secondo trasferimento della mandria, che ormai contava 286 cavalli, da Lipica verso Peczko, nei pressi di Mesöhegyesa, in Ungheria. I cavalli giunsero a destinazione il 27 giugno 1809, dove restarono fino al 1815. Durante gli anni dell'occupazione francese, la mandria venne notevolmente diminuita, a causa delle numerose epidemie e durante le guerre di Napoleone vennero persi i libri degli alberi genealogici e tutta la documentazione dei cavalli.
Dopo la conferenza di Vienna, la Scuderia tornò ad essere di proprietà dell'impero Austro-Ungarico e la mandria venne ricondotta a Lipica, dove si diede corso alla ricostruzione delle stalle danneggiate, degli edifici restanti e del paesaggio circostante nel frattempo devastato. Venne ricostruito anche l'albergo genealogico dei cavalli sopravvissuti attraverso due preziose edizioni di libri:
la prima era utilizzata come libro di lavoro, una sorta di guida per le attività da svolgere all'interno della Scuderia;
mentre la copia della documentazione venne spedita a Hofburg, presso il palazzo reale di Vienna, per conservare le stesse informazioni onde evitare una nuova perdita.
A causa della distanza dalla capitale e delle ingenti spese di trasporto conseguenti, l'amministrazione della Scuderia suggerì il trasferimento dell'intera stirpe nelle vicinanze di Vienna, ma l'imperatore Francesco Giuseppe I decise di non dare seguito al suggerimento bensì di avviare le operazioni di rinnovamento dell’Equile. Seguirono importanti lavori di ristrutturazione delle tenute di Lipica e di Prestranek, nonché il rinnovo delle stalle destinate alla cura e all'allenamento equestre.
Quando l'Italia entrò in guerra, il 18 maggio 1915, la mandria si trova nuovamente in fuga da Lipica. Gli stalloni e le fattrici vennero trasferiti a Laxenburg nelle vicinanze di Vienna, mentre 137 stalloni vennero spostati a Kladrub. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, la Repubblica Ceca, istituita proprio in quel periodo, si appropriò di tutti i cavalli di Lipica. Nel frattempo, una commissione internazionale ebbe modo di trattare il rimpatrio a Lipizza di parti della mandria situata a Laxenburg, al tempo assoggettata alla giurisdizione italiana. Dopo lunghe trattative, vennero riportati a Lipica 109 esemplari (2 stalloni, 42 fattrici e 65 puledri) e l'Italia cominciò il ripristino dell'allevamento equino a Lipica. L'Italia ricevette anche la seconda edizione dei libri degli alberi genealogici dei cavalli, che erano stati custoditi a Hofburg, nei pressi di Vienna.
Durante la seconda guerra mondiale, altre vicissitudini colpiscono la Scuderia di Lipica. Quando nel settembre 1943 l'esercito tedesco occupò il territorio triestino e, la costa adriatica, venne annessa al III Reich, l'esercito tedesco ritirò tutti i 179 cavalli allora presenti (6 stalloni, 54 fattrici e 119 puledri nati fra il 1940 e il 1943) per mandarli, unitamente ai libri genealogici, a Hostau, in territorio Ceco. Lo stato maggiore della scuderia tedesca aggiunse alla mandria lipizzana altri 108 esemplari da Piber (2 stalloni, 36 fattrici e 70 puledri) e numerosi altri esemplari presi nei paesi occupati. Dopo la Conferenza di Jalta, nel febbraio 1945, la repubblica Ceca fu assoggettata all'influenza sovietica, e i nuovi assetti politici avrebbero potuto distruggere per sempre l'antico allevamento lipizzano. Pertanto, il direttore dei servizi segreti della cavalleria americana, il colonnello Reed, suggerì al generale Patton un’operazione militare veloce per la liberazione e la salvaguardia dei cavalli. Il comando generale americano però si rifiutò di approvare l'operazione in un territorio che già era stato sottoposto al controllo da parte dell'Armata Rossa.
Fortunatamente, il generale Patton assunse ugualmente tale iniziativa, il 28 aprile 1945, e gli americani diedero il via ad un'operazione delicata durante la quale trasportarono i cavalli nella zona di influenza delle forze alleate.
Durante il ritiro delle truppe alleate, nel 1947, Lipica divenne territorio della Repubblica Federativa della Jugoslavia: in quel periodo, le furono assegnati ben 11 cavalli del branco sequestrato dai tedeschi durante la guerra. I libri degli alberi genealogici insieme al resto dei cavalli sequestrati dai tedeschi vennero, invece, assegnati all'Italia il 18 novembre 1947.
Gli Italiani inizialmente trasferirono i cavalli a Pinerolo, in Piemonte, per spostarli in seguito, più precisamente agli inizi del 1948, all'interno della scuderia militare Montelibretti, situata nei pressi di Roma: qui, i libri degli alberi genealogici dei cavalli restarono in uso fino al 1952. Oggi, invece, gli stessi sono ben custoditi all'interno dell’Allevamento Statale del Cavallo Lipizzano a Monterotondo, nei pressi di Roma.
Gli anni dal 1949 al 1963 furono segnati da vari passaggi di proprietà dell'Allevamento, che perse numerose proprietà e un notevole numero di esemplari. Fu un periodo in cui La Scuderia subì un totale disinteressamento generale.
Negli anni settanta, Lipica si ritrovò in una situazione di completo abbandono, con lo stato che le negò qualsiasi forma di sostegno. La crisi politica interna al paese, sviluppatasi poco prima della morte del presidente Josip Broz Tito, continuava a crescere e la fine della Jugoslavia non era lontana.
Il 25 giugno 1991 la Slovenia dichiarò l'indipendenza dalla Jugoslavia, e vinse la successiva guerra dei dieci giorni ottenendo così il riconoscimento della propria sovranità. Il Paese riuscì a non essere coinvolto nella guerra civile, che coinvolse diversi territori appartenenti alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, una decina di anni dopo la morte di Tito, tra il 1991 e il 2001. La già precaria situazione in cui versava la Scuderia venne però peggiorando a causa di una drastica diminuzione del turismo in quegli anni.
Solo nel 1996 il governo sloveno istituì un'apposita commissione per la preparazione del progetto di legge sulla Scuderia di Lipica, con la quale quest'ultima divenne un istituto pubblico di proprietà nazionale.
Nel 2002, Lipica fu riconosciuta come l'organizzazione che si occupa di allevamento dei cavalli lipizzani, in possesso dei dati dei libri originali degli alberi genealogici dei cavalli.
Se la storia di questo antico allevamento ha catturato la vostra attenzione e siete curiosi di andarlo a visitare, al seguente link potete accedere alle informazioni relative alla sua apertura: https://www.lipica.org/it/.
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