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Deborah Simionato

LADY LIBERTY

Aggiornamento: 10 set 2020

VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL MONUMENTO SIMBOLO DI NEW YORK E DEGLI STATI UNITI D'AMERICA


Qui, dove si infrangono le onde del nostro mare, si ergerà una donna potente con la torcia in mano, la cui fiamma è un fulmine imprigionato, e avrà come nome Madre degli Esuli. Il faro nella sua mano darà il benvenuto al mondo, i suoi occhi miti scruteranno quel mare che giace fra due città. [Emma Lazarus]

La Statua della Libertà, vero e proprio simbolo di New York e degli Stati Uniti, annoverato tra i monumenti più famosi del mondo, nasconde, dietro il proprio successo, una storia davvero interessante.

La sua storia ha inizio alla fine del XIX secolo e il suo fautore non è un americano bensì un francese. Nata dall'idea del politico Édouard René Lefebvre de Laboulaye, con l'intento di fare agli Stati Uniti un dono per il Centenario della Dichiarazione di Indipendenza che dimostrasse la fratellanza tra le due nazioni, francese e americana, la Statua della Libertà venne ideata nel 1865.

Fu disegnata dallo scultore francese Frédéric Auguste Bartholdi, che si ispirò a molteplici fonti iconografiche femminili, ma al progetto partecipò anche Gustave Eiffel, ingegnere ideatore della celebre torre parigina. Mentre il primo si occupò principalmente degli esterni e della progettazione in generale, il secondo, esperto nella realizzazione di strutture capaci di sostenere grandi pesi, di resistere a forti vibrazioni e agli eventi atmosferici più disparati, curò nel dettaglio gli interni. La Statua, infatti, al suo interno è cava e si compone di una struttura di tipo reticolare fatta di acciaio. Per l’esterno è stato utilizzato il rame sotto forma di fogli sagomati e il suo colore originale era rosso lucido. L'attuale colore verde è frutto del processo di ossidazione del rame per effetto dell'esposizione agli agenti atmosferici. Inimmaginabile oggi il suo aspetto originario.

Veduta frontale della Statua della Libertà

La vista più bella che si ha su Lady Liberty è senza dubbio dal traghetto che porta sull’isola perché l’eccessiva grandezza della statua non consente di coglierne appieno la bellezza quando ci si trova nella zona sottostante.

La Statua, allegoria della Libertà, raffigura una donna avvolta in una lunga tunica, con i piedi che sporgono appena dal vestito e calpestano una catena, simbolo della schiavitù. La testa è coronata da un diadema con 25 spazi cavi a rappresentare ipotetiche gemme e sette raggi simbolo dei sette mari e dei sette continenti. Il braccio sinistro sostiene una tavola su cui si legge JULY–IV–MDCCLXXVI (4 luglio 1776), la data della dichiarazione d’indipendenza, mentre quello destro, che si erge imperioso, sostiene una fiaccola accesa, simbolo di libertà e giustizia.

Man mano che ci si avvicina la statua appare in tutta la sua maestosità, nel complesso ben 93 m di altezza. Il volto appare serio e concentrato, quasi fosse impegnata in una meditazione. Il corpo è rappresentato statico, saldamente poggiato al suolo, anzi al basamento di 47 m su cui è stata appoggiata, ma il gesto imperioso del braccio sta a indicare che la Libertà ha già visto la via e adesso si erge a guida dell'umanità per condurla dove lei è arrivata prima di tutti...


Lady Liberty

Questa idea di farsi guida, di condurre, di aprire una strada, di indicare un cammino è testimoniata dal nome completo dell'opera: Liberty Enlighting the World, La libertà guida il mondo.

Dopo una lunga raccolta fondi durata 10 anni, i lavori di costruzione iniziarono nel 1875 e l'opera venne inaugurata per la prima volta a Parigi nel 1884. Successivamente, trasportata in nave a New York, venne consacrata nella sua sede finale, la foce del fiume Hudson, dalla quale domina l'intera Baia di Manhattan, il 28 ottobre del 1886.

Visibile già a 40 chilometri di distanza, la Statua era la prima immagine dell'America che i viaggiatori scorgevano dal mare, divenne subito simbolo di buon auspicio, cosa che determinò la fama e la popolarità del monumento, che 1984 fu inserito nella lista Unesco del Patrimonio dell'Umanità. La Statua acquisì importanza anche per gli immigrati che nella seconda metà del XIX secolo arrivarono in America alla ricerca di un nuovo futuro.


Veduta di Manhattan con Lady Liberty sullo sfondo

Sul piedistallo dove è appoggiata, sono incisi i versi del sonetto intitolato The New Colossus, di cui sopra trovate un assaggio. L'autrice, la poetessa statunitense Emma Lazarus, lo compose in preda alla commozione quando fece visita ai quartieri di quarantena degli immigrati nel porto di New York. Persone povere, afflitte, perseguitate, costrette a lasciare la propria terra, volti segnati irrimediabilmente dal dolore e dalla paura, in cui spiccano occhi in cerca di speranza. Folle di disperati in cerca di una nuova casa, in cerca di libertà e di una terra dove poter condurre una vita dignitosa.


Se siete a New York o state programmando un viaggio nella Grande Mela vi consiglio di inserire nel vostro programma un'escursione alla rocciosa Liberty Island, anche solo per ammirare la City dalla prospettiva di Lady Liberty, come la chiamano famigliarmente gli americani. I più arditi possono, invece, affrontare i 354 gradini che conducono fino alla corona! Per la verità, fino al 1916 ai visitatori era consentito inerpicarsi fino alla balconata che circonda la torcia. Il percorso fu chiuso al pubblico per motivi di sicurezza dopo che alcuni sabotatori tedeschi, durante la Prima Guerra Mondiale, causarono pesanti danni al braccio della Statua.

Una curiosità è che ne esiste una copia, il primo modello di Lady Liberty è conservato a Parigi sull'Isola dei Cigni, nei pressi dell'antico laboratorio di Bartholdi. Misura 11,50 metri e guarda in direzione dell'Atlantico, verso la sua sorella maggiore, dalla quale si è sperata, ma solo fisicamente.


Veduta di Manhattan da Liberty Island

Personalmente consiglio il tour guidato che comprende i maggiori luoghi di interesse dei dintorni, da Battery Park alla vicina Ellis Island, in passato luogo di approdo di milioni di emigranti europei che cercavano fortuna negli Stati Uniti e oggi sede di un museo che ho trovato davvero emozionante.

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